"I pilastri della terra" è considerato come uno dei romanzi più riusciti di Ken Follet, recentemente ne hanno fatto anche una serie televisiva, che non ho ancora visto (ma ammetto di non essere neanche particolarmente interessato a vederla).
Se siete accaniti lettori di Follet lo avrete già comprato, letto almeno un paio di volte ed eletto a "Capolavoro" letterario, da consigliar a qualsiasi persona vi capiti a tiro.
A me, personalmente, non è piaciuto e non mi ha convinto sotto diversi punti di vista, lo ritengo decisamente sopravvalutato.
Tante vicende, tanti personaggi, tante situazioni, tante sfighe, tante pagine, tanto di tutto, ma non è la quantità che rende un libro avvincente e bello, ma la qualità della storia che viene narrata.
È molto più soddisfacente la lettura di un "Novecento" di Baricco con le sue 62 paginette scarse rispetto alle 1030 pagine de "I pilastri della terra".
È molto più soddisfacente la lettura di un "Novecento" di Baricco con le sue 62 paginette scarse rispetto alle 1030 pagine de "I pilastri della terra".
In questo romanzo ci sono decine di personaggi, che ho trovato decisamente stereotipati ed esagerati nei loro tratti, nel loro essere eccessivamente buoni o eccessivamente cattivi, privi di sfumature o della complessità che rende interessante l'essere umano.
Abbiamo personaggi negativi che sono cattivi, ma talmente cattivi che la cattiveria stessa rabbrividisce quando incontra questi cattivissimi soggetti. Dall'altra parte invece ci sono i buoni, ma talmente buoni da far risultare cattivo anche un bambino appena nato e che non abbia ancora emesso il suo primo vagito, non conoscente neanche del fatto di esistere.
Abbiamo personaggi negativi che sono cattivi, ma talmente cattivi che la cattiveria stessa rabbrividisce quando incontra questi cattivissimi soggetti. Dall'altra parte invece ci sono i buoni, ma talmente buoni da far risultare cattivo anche un bambino appena nato e che non abbia ancora emesso il suo primo vagito, non conoscente neanche del fatto di esistere.
Certo, capita la sbandata, ma anche questa avviene perché sotto sotto è giusto così e poi basta rodersi di rimorsi per un paio di pagine e tutto è acqua passata.
Insomma, per farla breve avrei gradito dei personaggi decisamente più caratterizzati, con delle sfumature nella loro personalità, non fatti a compartimenti stagni e soprattutto meno "hollywoodiani".
Ma forse chiedo troppo, alla fine stiamo parlando di Follet.
Altro grave problema del romanzo è la prevedibilità dello stesso, molte vicende sono telefonate, generalmente tiro ad indovinare come potrebbe svilupparsi una vicenda oppure sulla sorte di uno dei protagonisti. Farlo in questo romanzo viene rapidamente a noia, visto che s'azzeccano praticamente tutte le previsioni.
Follet inoltre si è divertito particolarmente a tempestare di sfortune sempre crescenti le vite di molti protagonisti (i buoni ovviamente, ma non preoccupatevi che si riscattano tutti, come dal salumiere o alle poste prima o poi tocca a tutti il proprio turno), ma permettendo loro di rialzarsi ogni volta. Per poi fargli un altro sgambetto. Poi un altro ancora. Ancora uno. Giuro l'ultimo poi ho finito. Gli faccio un ultimo sgambettino e poi smetto, promesso. Tutto questo fino all'epilogo.
L'autore poi avrà anche fatto uno studio certosino sulle cattedrali e sull'architettura medievale, è un bene coltivare le proprie passioni, però diamine forse sarebbe stato il caso di dare un'aggiustatina al numero di pagine dedicate a queste, riuscendo tra l'altro a ripetersi.
Si è dilungato in maniera, a mio avviso, eccessiva sotto questo punto di vista e avrebbe sicuramente ottenuto un buon risultato con molte pagine in meno dedicate all'argomento.
Anche la rappresentazione del medioevo mi è sembrata fin troppo elementare, andando poi a cozzare con alcuni aspetti e vicende dei personaggi, però bisogna sempre considerare che è una lettura fatta per poter appassionare un gran numero di persone, quindi inutile stare a fare le pulci.
Il medioevo ha poi dato occasione a Follet di cimentarsi in sordidi racconti erotici in capanne e sulla terra battuta, oppure tra le radure, per poi sfociare in un tripudio di stupri e descrizioni particolareggiate di violenze e abusi. Insomma, anche qui il sesso fa da protagonista insieme a Kingsbridge.
Si è dilungato in maniera, a mio avviso, eccessiva sotto questo punto di vista e avrebbe sicuramente ottenuto un buon risultato con molte pagine in meno dedicate all'argomento.
Anche la rappresentazione del medioevo mi è sembrata fin troppo elementare, andando poi a cozzare con alcuni aspetti e vicende dei personaggi, però bisogna sempre considerare che è una lettura fatta per poter appassionare un gran numero di persone, quindi inutile stare a fare le pulci.
Il medioevo ha poi dato occasione a Follet di cimentarsi in sordidi racconti erotici in capanne e sulla terra battuta, oppure tra le radure, per poi sfociare in un tripudio di stupri e descrizioni particolareggiate di violenze e abusi. Insomma, anche qui il sesso fa da protagonista insieme a Kingsbridge.
Lo stile di scrittura non mi ha intrigato particolarmente, anzi l'ho trovato abbastanza piatto, sarà anche scorrevole ma è eccessivamente semplice e a tratti banale. Qui però la colpa potrebbe essere del traduttore e dovrei quindi rileggermelo in inglese.
In conclusione posso dire che "I pilastri della terra" è una discreta lettura d'intrattenimento, da leggere sotto l'ombrellone o nelle afose giornate estive quando non si ha veramente niente da fare, personalmente lo ritengo un romanzo che lascia ben poco al lettore.
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