01/07/11

Das Boot


"Das Boot" film tedesco del regista Wolfgang Petersen, arrivato in Italia con il titolo "U-Boot 96" e tratto dal libro autobiografico di  Lothar Günther Buchheim.
Si tratta senza dubbio di uno dei migliori film di guerra prodotti, uno dei pochi che mostra la seconda guerra mondiale dalla prospettiva tedesca, un punto di vista difficile da presentare senza scadere in retorica o in un anti-militarismo tirato all'estremo.
Ma in questo film, Petersen riesce a dare una obiettiva e chiara visione di quella che poteva essere la vita dell'equipaggio di un sottomarino della Kriegsmarine, senza scadere in banalità o esagerazioni retoriche.


Il film è ambientato per la maggior parte del tempo all'interno e sul ponte del sottomarino, che è stato realizzato in maniera eccellente e incredibilmente realistica, con una cura per i dettagli non indifferente (sia per gli ambienti che per le divise).
La vicenda prende luogo nel 1941, quando all'equipaggio dell'U-Boot 96 viene affiancato un corrispondente  di guerra, il tenente Werner, per seguire in prima persona la vita all'interno di un sottomarino durante una missione.
La presenza di questa figura, estranea al mondo in cui viene immersa, permette di dare spiegazioni allo spettatore su quello che altrimenti non sarebbe stato spiegato. Un metodo già utilizzato ma perfettamente funzionale ed inserito in maniera perfettamente naturale all'interno del film, visto che lo stesso Buchheim era salito a bordo dell'U-96 come corrispondente di guerra.
Il film riesce a rendere in maniera perfetta l'idea di claustrofobia, di vita al chiuso in spazi ristrettissimi e la convivenza di un equipaggio composto da decine di marinai, costretti a vivere spalla contro spalla in quel minuscolo ambiente.
Interessantissimo sotto questo punto di vista, poiché permette di farsi un'idea precisa su come potesse essere la vita a bordo di un sommergibile durante la guerra ed è uno degli aspetti più interessanti dell'intero film.
Di grande resa le scene che riguardano la caccia silenziosa del sottomarino e le fasi del combattimento, dove è il silenzio più totale a farla da padrone, spezzato solo dai rumori metallici del sottomarino e dal respiro dei marinai.
Sequenze cariche di tensione quelle che mostrano uno dei momenti culminanti del film, quello dell'attacco ad un convoglio, dove ci si trova immersi in un silenzio carico di tensione una volta che i siluri sono stati lanciati, momenti in cui l'intero equipaggio si chiude in un teso mutismo restando in attesa di aver la conferma d'aver colpito i propri bersagli.
Coinvolgenti anche i momenti in cui il sottomarino si trova coinvolto nelle esplosioni delle bombe di profondità, incredibilmente angoscianti e che mostrano in che genere di situazioni si potessero ritrovare quegli uomini.
Jürgen Prochnow è il capitano dell'U-Boot, un uomo dai nervi saldi e punto fermo di tutto l'equipaggio, uomo dai nervi saldi in ogni circostanza, anche sotto l'attacco nemico chiede continui rapporti pur trovandosi in una situazione nella quale la maggior parte delle persone cadrebbe a pezzi.
Di forte impatto e ben realizzata la sequenza riguardante il colpo di grazia che viene dato a uno dei convogli già colpiti, a bordo del quale vi erano ancora degli uomini. Il capitano da l'ordine di allontanarsi, ed il sottomarino lentamente inizia ad indietreggiare, con gli ufficiali in torretta, unici spettatori di quel triste spettacolo fornito dagli uomini che si buttano in mare sullo sfondo della loro nave in fiamme e che verranno lasciati affogare.
Consigliata la visione del film in tedesco sottotitolata, visto che il doppiaggio non brilla particolarmente per qualità.
In poche parole si tratta di un film assolutamente da vedere.

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